I DUE PRINCIPALI quotidiani nazionali, l'hanno definito "il fotografo civile" (Corriere della Sera, 8/8/2025) e "il fotografo che scriveva poesie" (la Repubblica, 8/8/2025). È accaduto il giorno dopo la morte di Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligue il 10 ottobre 1930 e morto a Genova il 7 agosto 2025 per le complicazioni di una polmonite.
Professione "occhio" in bianco e nero sulla storia d'Italia e del mondo. Non sulle guerre (Paolo Pellegrin, su Rep, ricorda quando gli disse che non le fotografava perché non le amava), ma sulle grandi navi da crociera che okkupano il profilo di Venezia (2013, anticipatore della denuncia dell'overtourism attuale) e, andando indietro, quel maggiolino e i suoi due abitanti in riva al mare (1977, in Gran Bretagna) e tanti altri scatti. Quelli che, in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2016 vi mostriamo qui.
Testimone, non tanto sulla carta dei giornali (gli inizi a Il Mondo di Pannunzio, nel 1952), ma su quella dei 200 (per alcuni)-300 (per altri) libri da lui "montati" e firmati. Album fotografici di una grande famiglia chiamata Italia, Europa, Mondo. Dei suoi incontri: i colleghi Cartier Bresson ed Erwitt e Scianna, ma anche con gli architetti come Carlo Scarpa e Renzo Piano, da cui, forse, ebbe l'idea di disegnare/progettare i suoi scatti come fossero costruzioni. E Carla Cerati e Cesare Zavattini, evoluzione di quel primo incontro con gli autori del realismo poetico francese (Robert Doisneau). Fino a Hugo Pratt. Dicendo no a inviti importanti (della Magnum) e sì, sempre, al bianco e nero e alla sua Leica.
I suoi libri hanno titoli bellissimi, che anticipano le storie (e la Storia) fotografate: Morire di classe; L'occhio come mestiere; Toscana, Francia, Gran Bretagna, Roma, Dentro le case; Dentro il lavoro, Scanno, Il Mondo; Un paese vent'anni dopo; In treno attraverso l'Italia.
Nel video sopra, la presentazione nel 2020 di una mostra che questa sua "narrazione storico-visiva" dell'Italia e degli italiani la racconta tutta: Gianni Berengo Gardin e la Olivetti, a Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino.