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In Parlamento c’è un ente inutile: la Commissione di vigilanza sulla Rai

2025-09-02 83,583 Dailymotion

La Commissione bicamerale per la vigilanza sulla Rai, composta da 40 deputati e senatori, è ferma da quasi un anno e si trova in uno stato di stallo, dice Antonio Polito. Questo organismo, che avrebbe dovuto controllare l'azienda radiotelevisiva pubblica e garantire trasparenza, negli ultimi tempi non ha svolto funzioni di vigilanza. Il blocco dipende dal centrodestra, che fa mancare il numero legale in commissione per impedire la votazione sulla nomina di Simona Agnes a presidente della Rai, figura voluta dal centrodestra ma senza i voti sufficienti, in quanto serve una maggioranza qualificata che comprenda anche voti dell'opposizione.​La situazione ha bloccato l'intera attività della commissione, impedendo al Parlamento di esercitare controllo sulla Rai, che ora dipende sempre più direttamente dal governo. Questo stato di cose ha portato a una crescente impotenza degli organi di garanzia parlamentari, mettendo in dubbio l'utilità e la necessità di mantenere la commissione stessa, con proposte di scioglimento.​​​§§§​​La risposta di Barbara Floridia*​​Caro Polito,ho ascoltato con attenzione la Sua riflessione in merito alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e alla paralisi in cui versa ormai da quasi un anno, a seguito del mancato riconoscimento delle prerogative delle opposizioni da parte del centrodestra. Colgo la lucidità con cui Lei descrive un paradosso istituzionale che è sotto gli occhi di tutti e apprezzo l’onestà intellettuale del suo ragionamento.Permetta però di sottolineare un punto essenziale: sciogliere la Commissione di vigilanza significherebbe avallare un ricatto politico e istituzionale. Vorrebbe dire rimuovere un organo che per sua natura non è strumento di parte, ma presidio di garanzia a tutela delle opposizioni e del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Accogliere l’idea di eliminarla sarebbe, di fatto, porre il sigillo su una strategia distruttiva, che mina l’equilibrio democratico e riduce ulteriormente lo spazio di controllo su un bene comune come l’informazione.Comprendo bene il paradosso e, anzi, lo riconosco: un organo di garanzia fermo a causa del boicottaggio di chi dovrebbe rispettarne il ruolo finisce per logorare se stesso e l’intero sistema. Ma ciò che conta oggi è che il sistema mediatico, le voci come la Sua, mettano in evidenza quanto sia dannosa questa condizione per la qualità della nostra democrazia e per il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.Non è il momento di rinunciare a uno strumento di garanzia: è il momento di rivendicarne il pieno funzionamento. Non è tempo di arrendersi alla logica della paralisi: è tempo di pretendere responsabilità e di lavorare, insieme, per sbloccare la situazione.Sono certa che un confronto serio e costruttivo tra stampa, istituzioni e forze politiche possa contribuire a restituire alla Commissione di vigilanza il ruolo che le spetta. Non per le opposizioni, non per la maggioranza, ma per tutti i cittadini che hanno diritto a un Servizio Pubblico libero, pluralista e indipendente.Barbara Floridia*Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi