SIAMO ALLA VIGILIA di una sessione di Fashion Week che tra Milano e Parigi vedrà molti debutti alle direzioni creative. E questo porta a definire “epocale” il cambiamento in atto nella moda che di “epocale” non ha nulla se non lo svelamento di una fragilità del sistema che avvicina la moda alle fragilità che sta vivendo la società, in Occidente e altrove.
Del resto, se il mondo è legato agli umori di pochi plutocrati perché la moda dovrebbe fare eccezione?
Invece, dovrebbe farla e per essere un’eccezione dovrebbe allontanarsi dalle definizioni che creano ansia di prestazione come, appunto, quella di “epocale”.
Quindi sta a chi segue la moda come espressione creativa cambiare linguaggio e smetterla di definire “epocale” anche un orlo sfrangiato di un trench.