«Il prezzo che José Mourinho ha dovuto pagare per tornare in Champions League cinque anni dopo. L'ultima volta e dopo due tentativi estivi frustrati di rientrarvi attraverso i preliminari. È tutto nella modestia della squadra che ha portato nella sacra cripta di Stamford Bridge lo stadio in cui, alla guida del Chelsea, riuscì a non perdere in Premier per 77 partite di fila uno stadio talismano.Peccato che ieri, nel cuore di una ripresa nella quale il suo Benfica era uscito dal guscio e stava provando a pareggiare, la fortuna sia rimasta con i Blues e non con il loro antico demiurgo maligno, ha perso la seconda gara del girone dopo che il suo predecessore Bruno Lang, aveva perso la prima in casa col Cara Bag in seguito a quel disastro era stato esonerato». Paolo Condò nella nuova puntata della sua videorubrica "Un centimetro alla volta" racconta di Mourinho e del suo ritorno alla Champions League con il Benfica, che lo ha riportato a Lisbona dopo il Fenerbahce, del dejavù di grande impatto nello stadio dove tre campionati vinti alla guida del Chelsea e del mistero di dove si sia rifugiato Roman Abramovich dopo la vendita del club.«Il calendario che lo aspetta somiglia a un giro d'onore, visto che oltre al Chelsea ci sarà dai suoi vecchi club, il Real Madrid. E poi rivali storiche come Juventus e Napoli e altre squadre di livello come il Newcastle, il Bayer Leverkusen, molte grandi partite, il palcoscenico che una figura come Mourinho pretende, ma pochi punti facili».