Il terzo capitolo della saga ideata da Rian Johnson arriva come un cambio di luce, quasi un’ombra che avanza sul mondo ironico e geometrico di Benoit Blanc. Netflix ha pubblicato il nuovo trailer di Wake Up Dead Man – Knives Out e, insieme al poster ufficiale, ci consegna un assaggio di un film che sembra voler giocare con un’atmosfera più cupa, più spirituale, quasi vertiginosa. Dopo il passaggio acclamato al Toronto International Film Festival e al London Film Festival, il film è ora in alcune sale selezionate e sbarcherà in streaming dal 12 dicembre
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Wake Up Dead Man – Knives Out su Netflix, trama e cast: un delitto “in casa del Signore”
Questa volta Blanc, interpretato da un Daniel Craig che indossa il personaggio con un piacere quasi teatrale, viene trascinato lontano dagli scenari glamour dei capitoli precedenti. Il nuovo enigma nasce infatti tra i banchi di una piccola chiesa di provincia, dove il giovane prete Jud Duplenticy (Josh O’Connor) viene assegnato a collaborare con il carismatico e imprevedibile Monsignor Jefferson Wicks (Josh Brolin). E già lì, in quelle prime inquadrature, qualcosa sembra stonare.
[caption id="attachment_2683961" align="aligncenter" width="1024"] Mila Kunis, Daniel Craig e Josh O’Connor in Wake Up Dead Man - Knives Out. Cr. Courtesy of Netflix © 2025[/caption]
Intorno ai due religiosi si muove un coro di figure devotissime, o apparentemente tali: la signora Martha Delacroix (Glenn Close), l’enigmatico custode Samson Holt, l’avvocatessa sotto pressione Vera Draven (Kerry Washington), il politico in erba Cy Draven (Daryl McCormack), il medico del paese Nat Sharp (Jeremy Renner), lo scrittore Lee Ross (Andrew Scott) e la violoncellista Simone Vivane (Cailee Spaeny).
Poi arriva l’omicidio: improvviso, impossibile, quasi sacrilego. E sarà la capo della polizia Geraldine Scott (Mila Kunis), lucida e pratica, a chiamare Blanc per sciogliere un nodo che non rispetta nessuna logica apparente.
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Wake Up Dead Man: perché questo titolo
Se Glass Onion era un titolo giocoso, quasi pop, Wake Up Dead Man punta dritto a un immaginario più solenne. Il riferimento è a una canzone degli U2 del 1997, e non è casuale: Johnson ambienta la storia in una comunità religiosa attraversata da tensioni sottili, dove la spiritualità si intreccia a segreti molto terreni. Il titolo, quindi, più che un indizio, è un richiamo d’atmosfera: un invito a “svegliarsi” in un luogo in cui nulla è davvero come sembra.
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Rian Johnson torna alle origini del giallo
Il regista l’aveva anticipato: questo terzo film abbraccia una struttura più classica, quasi una dichiarazione d’amore ai romanzi gialli di Agatha Christie. Prima si incontrano i sospettati, poi esplode il delitto e solo allora entra in scena Benoit Blanc, con il suo accento inconfondibile e quell’aria da osservatore che vede tutto ciò che agli altri sfugge. Nonostante la trilogia sembri chiudersi con un cerchio perfetto, Johnson ha lasciato aperte tutte le porte. L’idea di un nuovo caso per Blanc lo affascina, e ha già confessato il suo sogno proibito: portare Meryl Streep nel cast.
