La mia condanna del fascismo non è meno netta di quella di Zerocalcare, di Scurati, di Barbero… Però non sono d’accordo sull’idea di escludere una casa editrice. Inevitabilmente «Tu sì, tu no» diventa una forma di censura. Certo: nel mio mondo ideale non esistono case editrici neofasciste, ma rendiamoci anche conto che la seconda carica dello Stato (La Russa) ha a casa il busto di Mussolini…