Dopo il grande successo della Prima, la seconda rappresentazione di Una Lady Macbeth del distretto di Mcesk si è trasformata in una serata di forte tensione. L’opera è stata interrotta al secondo intervallo a causa di un malore improvviso del direttore d’orchestra della Scala, Riccardo Chailly. Già prima dell’inizio dello spettacolo circolavano timori sulle sue condizioni: il primo atto era filato liscio, ma l’intervallo successivo si era inspiegabilmente prolungato. Al rientro in buca, Chailly appariva affaticato, e con il passare dei minuti il suo malessere è diventato evidente. Nonostante tutto, il maestro ha scelto di proseguire fino alla conclusione del secondo atto, quando la stanchezza lo ha costretto a fermarsi. Ambulanza e automedica sono intervenute rapidamente, trasferendolo in ospedale per accertamenti.
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Le condizioni di Riccardo Chailly dopo il malore
Il maestro ha trascorso la notte sotto osservazione al Centro Cardiologico Monzino. La moglie, Gabriella, ha rassicurato gli orchestrali con un messaggio in cui conferma che i valori clinici sono buoni e che la terapia verrà aggiornata nelle prossime ore. Chailly convive da tempo con una patologia cardiaca monitorata, che in passato lo aveva già costretto a rinunciare a impegni: la tournée della Filarmonica dello scorso febbraio e il concerto inaugurale del Festival di Lucerna nel 2023.
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L'affetto del pubblico e gli applausi
Quando ha lasciato la sala, il maestro è stato accolto da un lungo applauso dei loggionisti. Testimonianze raccontano che i segnali di affaticamento erano apparsi già nel primo atto, tanto da spingere alcuni collaboratori a suggerirgli di fermarsi. Ma Chailly, determinato, ha voluto continuare finché non è stato evidente che non era più possibile. A comunicare l’interruzione è stato Paolo Gavazzeni, coordinatore artistico della Scala, che dal palcoscenico ha spiegato la scelta, ricordando la complessità dell’opera e la necessità di agire «per rispetto del maestro Chailly».
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Un’opera complessa, una prova fisica importante
Composta da un Šostakovič ventiquattrenne, Lady Macbeth conserva un’attualità sorprendente. L’orchestra della Scala, che da anni affronta con Chailly il repertorio russo, ha lavorato intensamente sulle molte difficoltà tecniche della partitura. Lo stesso maestro aveva definito la produzione «al limite dell’eseguibile», sia per la lunghezza sia per l’impegno fisico richiesto a orchestra e cantanti. Durante la Prima del 7 dicembre tutto era funzionato perfettamente, chiudendosi con oltre undici minuti di applausi. Per Chailly riportare quest’opera in cartellone non era un atto di coraggio, ma un gesto dovuto verso un titolo segnato dalla censura staliniana del 1936. Tuttavia, è chiaro che la complessa preparazione e lo stress dell’apertura di stagione abbiano avuto un peso.